diff --git a/s_SabaMichele/treservizi.md b/s_SabaMichele/treservizi.md
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+++ b/s_SabaMichele/treservizi.md
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+Youtube – Youtube mette a disposizione una pagina web ‘https://developers.google.com/youtube/v3?hl=it’ per sviluppatori che vogliano aggiungere funzionalità alla propria app o sito web. Le sezioni della pagina sono: ‘Aggiungi le funzionalità di Youtube al tuo sito’, ‘Cerca contenuti’, ‘Strumenti’ e ‘Esempi di codice’. ‘Aggiungi le funzionalità di Youtube al tuo sito’ descrive come scrivere applicazioni che interagiscano con YouTube, spiegando i concetti di base di YouTube e dell'API stessa. Offre inoltre una panoramica delle diverse funzioni supportate dall'API. Inoltre, specifica come si debba disporre di un account Google per accedere alla console API di Google, quindi richiedere una chiave API per registrare l’applicazione. Una volta creato il progetto bisogna ottenere un’autorizzazione in modo che l’applicazione possa inviare richieste API. È necessario assicurarsi che l'API di dati di YouTube sia uno dei servizi per cui è registrata l’applicazione per l'utilizzo. Interessante come, alla fine della pagina, metta a disposizione (tramite icone con descrizione) dei link a pagine di GitHub con progetti Open Source, pagine Stack Overflow per confrontarsi con altri sviluppatori su eventuali problemi di programmazione, link al canale Youtube con alcuni video tutorial e infine un link per inviare segnalazioni. Insomma, nonostante Youtube sia sotto la gestione di una grossa multinazionale come Google (e la tendenza delle grosse case di sviluppo non è spesso a favore dell’interoperabilità) si dimostra un servizio digitale tutt’altro che affetto da lock-in, ma propenso all’interoperabilità. Tra i termini e le condizioni d’uso delle API di Youtube riportati nella pagina ‘https://developers.google.com/youtube/terms/developer-policies?hl=it#a.-api-client-terms-of-use-and-privacy-policies’ riporto alcuni punti interessanti. Vengono ricordati i principi di sviluppo del software quali: crea applicazioni di alta qualità e mantienile, rispondi onestamente e in maniera trasparente, offri agli utenti il controllo, rispetta la privacy degli utenti, sii un buon cittadino. Le norme generali per gli sviluppatori sono principalmente due: (1) i client API devono visualizzare un link ai termini di servizio di YouTube (https://www.youtube.com/t/terms) e devono indicare nei propri termini e condizioni d'uso che, utilizzando questi client API, gli utenti accettano di essere vincolati ai termini di servizio di YouTube; (2) ogni client API deve richiedere agli utenti di accettare le norme sulla privacy prima che gli utenti possano accedere alle caratteristiche e alle funzionalità del client stesso. Sulla distribuzione e uso commerciale, viene vietato principalmente l’utilizzo, vendita e acquisto in maniera parziale o totale dei servizi API di Youtube. Tra le azioni consigliate invece: vendita di un client API e promozione della propria impresa caricando contenuti audiovisivi originali su YouTube o mantenendo i canali su YouTube. Relativamente alla scalabilità, Youtube è un servizio di Google, la più grande piattaforma al mondo per la fruizione di contenuti video, con oltre 2 miliardi di visitatori registrati al mese. I server di Youtube sono in realtà dei grossi cluster e non hanno quindi difficoltà nel gestire una enorme quantità di richieste contemporaneamente. Dopo numerose ricerche, non ho trovato nessuna informazione riguardante il sistema di sicurezza specifico a Youtube, la pagina ‘https://support.google.com/youtube/topic/9223153?hl=it’ riporta una ramificazione di collegamenti ipertestuali relativi alla privacy e alla sicurezza degli utenti, intesa però come sicurezza nell’uso del servizio, con possibilità di segnalare video che per esempio pubblicano nostri dati personali. Verificando invece il sistema di sicurezza dei server Google, nella pagina Dati e Sicurezza ‘https://www.google.com/intl/it/about/datacenters/data-security/’ viene riportato come anziché archiviare i dati di ciascun utente su una singola macchina o un gruppo di macchine, questi vengano distribuiti su più computer in varie località. In seguito, tali dati vengono suddivisi e replicati in più sistemi per evitare single point of failure. A questi blocchi di dati vengono assegnati nomi casuali, come ulteriore misura di sicurezza, rendendoli illeggibili all'occhio umano. Inoltre, Youtube usa un protocollo https e permette (ma non obbliga) l’accesso tramite autenticazione a 2 fattori. Riguardo l’accessibilità sui dispositivi mobile, la pagina Google ‘https://support.google.com/youtube/answer/6087602?hl=en&co=GENIE.Platform%3DAndroid&oco=0’ riporta come l'app YouTube per Android sfrutta le funzionalità di accessibilità di Android. Android offre supporto per l'accessibilità agli utenti non vedenti e ipovedenti con TalkBack e funzioni speciali di accessibilità. Per iPhone e iPad rimanda direttamente alla pagina accessibilità del sito di Apple, diverse per i due dispositivi. In tutte le sue versioni (app mobile, web, app smart tv ecc..) fornisce la possibilità di attivare i sottotitoli (non disponibili per tutti i video) che possono essere inseriti dall’autore del video o generati automaticamente dalla piattaforma. Spesso è disponibile anche una funzione per tradurre automaticamente i sottotitoli nella lingua desiderata, generalmente la lista delle lingue disponibili è abbastanza lunga. Questo può contribuire ad una maggiore fruizione dei contenuti per i non udenti.
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+Telegram – Telegram offre due tipi di API (gratuite) per gli sviluppatori. L' API Bot consente di creare facilmente programmi che utilizzano i messaggi di Telegram come interfaccia. L' API di Telegram e TDLib, invece, consente di creare client Telegram personalizzati. Secondo i termini di servizio per l’utilizzo delle API sulla pagina ‘https://core.telegram.org/api/terms’ le App e i servizi digitali che sfruttano le API di Telegram devono rispettare la privacy degli utenti e non interferire con le funzionalità di base di Telegram, ma anzi assicurarsi che funzionino correttamente con lo scopo di migliorarle. Per utilizzarle è necessario creare un proprio API ID, inoltre l’app non può contenere né titolo né logo di Telegram. È consentita la monetizzazione e la pubblicità, a patto che vengano dichiarati tutti i metodi di monetizzazione nelle descrizioni dell’App Store. Telegram si dimostra un servizio digitale interoperabile e non affetto da lock-in. Discorso sicurezza, al contrario di WhatsApp e Signal, Telegram ha deciso di non impostare di default la crittografia end-to-end nelle sue chat individuali e per quelle che riguardano i canali e delle chat di gruppo. I canali possono avere un numero di iscritti illimitato, essere privati e pubblici, tanto che è possibile vedere i messaggi inviati dagli amministratori e le risposte dei membri del canale. Stesso discorso vale per le chat di gruppo, che possono avere fino a 200.000 iscritti, e per quelle individuali. Per le chat individuali, i canali e i gruppi, Telegram utilizza la crittografia basata su cloud, cioè sincronizza in tempo reale i messaggi inviati e ricevuti sia su smartphone che su app desktop. I messaggi inviati in queste chat sono salvati sui server di Telegram e sono teoricamente accessibili a tutti. Anche se Telegram rassicura di non divulgare i dati che sono contenuti nei suoi server, la crittografia cloud non è in grado di garantire comunicazioni protette, né tantomeno un alto livello di privacy online. Il discorso cambia quando si utilizzano le chiamate, le videochiamate e le chat segrete, dove la crittografia end-to-end è disponibile per impostazione predefinita. Utilizzando queste modalità di chat nell’app di Telegram si avrà la sicurezza che i propri messaggi siano cifrati e decifrati tra i singoli utenti, si applica un sistema di criptazione client-client per cui il contenuto del messaggio è visibile solo a chi lo invia e a chi lo riceve. Per essere sicuri che la propria privacy online venga preservata, gli utenti che scelgono di utilizzare l’app di Telegram devono attivare coi propri contatti la modalità di chat segreta, dove il simbolo del lucchetto indica che i messaggi inviati sono stati crittografati end-to-end. La funzionalità chat segreta è stata sviluppata per garantire la protezione delle comunicazioni in app: oltre ad essere criptati, i messaggi non possono essere inoltrati ad altre chat e gli utenti possono impostare anche dei timer di autodistruzione dopo che il messaggio è stato visualizzato dal destinatario. Le chat segrete sono particolarmente sicure non solo perché i messaggi sono cifrati, ma anche perché il loro contenuto non viene salvato sui server di Telegram. Quindi, la filosofia di Telegram è chiara (e totalmente differente da altre importanti app di messagistica come WhatsApp e Signal): fornire agli utenti tutti gli strumenti per gestire in autonomia la propria privacy online, scegliere quali comunicazioni proteggere in modo più approfondito e quali no. Per quanto riguarda la scalabilità invece, Telegram utilizza da anni TON (The Open Network), un'architettura multi-blockchain veloce e intrinsecamente scalabile originariamente sviluppata da Telegram stessa. Infine, l’accessibilità è una nota negativa di Telegram. Lo evidenziano alcuni articoli di qualche anno fa, ma soprattutto il fatto che non esista una pagina web o una sezione nell’applicazione relativa a questa tematica. Tre anni fa, un utente ha segnalato (con tanto di video) sulla pagina ‘https://bugs.telegram.org/’ l’impossibilità per un utente non vedente di accedere a Telegram Desktop, effettivamente non viene fornita nessuna funzione vocale, solo un grosso bottone da premere per accedere al servizio.
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+Amazon – Amazon nella sua pagina ‘https://developer.amazonservices.com/it-it’ mette a disposizione l’API chiamata SP-API, destinata sia ai partner di vendita che ai fornitori, progettata per migliorare l'efficienza e aiutare ad accelerare la crescita (come riportato sul sito). Come Youtube, alcuni collegamenti ipertestuali a pagine relative alla documentazione, esempi di codice, demo e tutorial, casi d’uso per fornitori e per venditori, annunci sugli ultimi aggiornamenti, blog e forum per sviluppatori. Secondo il contratto nella sezione ‘termini d’uso’, possiamo leggere come venga rilasciata una licenza limitata, revocabile, non esclusiva, non cedibile in sublicenza, non trasferibile e royalty-free per l’utilizzo delle API (limitato a poche azioni legate agli interessi dell’azienda). Amazon si dimostra quindi un servizio con un certo grado di interoperabilità, non lock-in ma neanche propenso ad una libera cooperazione e scambio dei proprio dati con altri servizi. Sulla scalabilità, vale lo stesso discorso di Youtube. Invece, relativamente alla sicurezza, la pagina web di Amazon ‘https://www.amazon.it/gp/help/customer/display.html?nodeId=G201909230’ specifica come il software codifichi tutti i dati personali necessari per eseguire l’ordine (nome, indirizzo, dati della modalità di pagamento prescelta) nel momento stesso in cui vengono inviati. Durante il trasferimento dei dati via internet, è impossibile recuperarli. L'unica informazione in transito sul sito al momento dell'ordine è una stringa numerica che scherma i dati della carta di credito utilizzata per l’acquisto, Amazon afferma come non esista un algoritmo che possa risalire al vero numero della carta di credito. Inoltre, utilizza un protocollo https e permette l’accesso tramite autenticazione a 2 fattori (da attivare nelle impostazioni). Infine, relativamente all’accessibilità, come per Youtube la pagina Amazon ‘https://www.amazon.it/gp/help/customer/display.html?nodeId=GUUVBZ8WGVFP8R8X’ si limita a spiegare come attivare le funzioni di accesso facilitato su Android e iOS, “scaricando” quindi la responsabilità al sistema operativo presente nello smartphone dell’utente. Ricorda, però, la possibilità di poter utilizzare Alexa per acquistare un prodotto, in modo da rendere più accessibile il servizio digitale.